LA STORIA DI ELISABETTA QUANDO IL LAVORO DIVENTÒ PASSIONE
Elisabetta Scipioni è cresciuta circondata dai suoni e dai profumi del laboratorio tessile della sua famiglia. Situato nel borgo di Farfa in Sabina. In questo luogo ricco di storia e tradizione sono stati piantati in lei i semi di una passione che sarebbe sbocciata negli anni a venire.
La nonna, Teodolinda Palmerini, fu la prima artigiana della famiglia, a cui più tardi si affiancò il padre Gustavo, che prese le redini dell’azienda negli anni ’80, infondendo a Elisabetta i valori del lavoro artigianale e del rispetto per le tecniche tradizionali.
Fin da bambina, Elisabetta osservava con occhi curiosi i movimenti esperti della nonna assorbendo la grande dedizione e amore per la tessitura, guardandola trasformare semplici fili in splendidi tessuti. Quei momenti passati accanto alla nonna, tra il ticchettio dei telai e il profumo del legno, hanno scolpito in Elisabetta una passione che sarebbe cresciuta con lei.
Dopo aver completato gli studi, Elisabetta sentiva che la sua strada era già tracciata. Decise di tornare nel laboratorio di famiglia e di dedicarsi a tempo pieno all’arte della tessitura. Con pazienza e determinazione, imparò le tecniche antiche tramandate dalla nonna, rispettando ogni dettaglio e ogni segreto custodito dai telai del ventesimo secolo. Ogni giorno, si sedeva al telaio con la stessa devozione, trasformando fibre naturali in capolavori di tessitura.
Tuttavia, fu sotto la guida del padre, che Elisabetta iniziò a lavorare attivamente nel laboratorio. Quello il momento in cui il lavoro si trasformò in una passione travolgente. Il padre Gustavo, con la sua guida paziente le ha trasferito tutta la sua esperienza, spronandola ed incoraggiandola ogni giorno. – Una frase che le ripeteva spesso era: “Tranquilla, fai le cose che pensi di fare, e non preoccuparti di sbagliare, perché solo chi fa può sbagliare” – ha sempre spronato Elisabetta a seguire il suo cuore e sperimentando sempre nuove idee.
Questa passione si è trasformata in una dedizione senza pari. Elisabetta ha imparato a utilizzare i preziosi telai risalenti al ventesimo secolo, preservando le tecniche antiche e integrandole con la sua creatività. Ogni tessuto che esce dal laboratorio è un capolavoro unico, realizzato con fibre naturali e sostenibili, unendo storia e innovazione in modo armonioso.
L’approccio di Elisabetta alla tessitura non era solo una questione di tecnica, ma di amore e rispetto per la tradizione. Credeva fermamente che ogni filo intrecciato raccontasse una storia, che ogni tessuto fosse un pezzo di storia vivente. Con questa convinzione, iniziò a creare opere che non solo esprimevano bellezza, ma portavano con sé una componente storica importante.
La passione di Elisabetta per la tessitura si rifletteva in ogni sua creazione. Ogni tappeto, ogni plaid, ogni tessuto che usciva dal suo laboratorio era unico, realizzato con fibre naturali e tecniche sostenibili. Il suo lavoro non era solo una professione, ma una missione: mantenere viva una tradizione antica e condividerla con il mondo.
Grazie alla sua dedizione e al suo talento, Elisabetta è riuscita a trasformare il laboratorio tessile di famiglia in un’oasi di artigianato autentico. Il suo approccio alla tessitura, radicato nel passato ma aperto al futuro, ha fatto sì che “C’era un tessuto” diventasse non solo un luogo di produzione, ma un luogo di storia e di arte. Elisabetta ha dimostrato che, con passione e dedizione, è possibile creare bellezza rispettando e valorizzando le tradizioni antiche.